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Nella Sala 8 dell'ospedale militare arrivano i prigionieri ridotti in fin di vita, per essere rimessi in sesto e di nuovo rimandati nella sala delle torture, oppure alla "soluzione finale": un luogo senza possibilità di futuro, dove il tempo è fermo e il destino già deciso. La voce narrante è quella di un desaparecido che, come un moderno Pedro Paramo, si muove proprio in questo spazio spettrale raccontandoci la terribile condizione delle vittime dell'ultima dittatura militare uruguaiana, private della loro stessa umanità da un regime deciso ad annientarne ogni traccia, come se non fossero mai esistite. Ma fuori c'è chi continua a cercare, ostinatamente, un segno, una voce. La memoria diventa allora protagonista, unica speranza per continuare a essere, in mezzo all'orrore e contro l'oblio.